Nikolaj Gogol' - Quel che gli dava gusto, non era ciò che veniva leggendo, ma piuttosto la lettura in sé
Brani scelti: NIKOLAJ GOGOL, Le anime morte, 1842.
Quanto al carattere, era piuttosto taciturno che chiacchierone; aveva, inoltre, una nobile inclinazione a istruirsi, cioè a leggere libri, del contenuto dei quali non stava a darsi pensiero. Per lui era completamente indifferente che si trattasse delle avventure d'un eroe innamorato, d'un semplice abbici, o d'un libro d'orazioni: leggeva tutto colla stessa attenzione; se gli avessero posto innanzi della chimica, neppure questa avrebbe rifiutato. Quel che gli dava gusto, non era ciò che veniva leggendo, ma piuttosto la lettura in sé, o per dir meglio, il processo stesso della lettura, per cui ecco, dalle lettere immancabilmente vien fuori una certa parola, la quale, a volte, sa il diavolo che cosa vorrà dire. Questo processo del leggere si svolgeva per lo piú in posizione orizzontale, nell'anticamera, sul lettuccio, e piú precisamente sul materasso, che era diventato, in seguito a tale circostanza, schiacciato e sottile come un brigidino.
da La Rivista
Fernando Pessoa - Tutte le lettere d'amore sono ridicole
Poesie scelte: FERNANDO PESSOA, Lettere alla fidanzata (Milano, Adelphi 1988).
C'era una volta la casa editrice di Giulio Einaudi
Noi che abbiamo conosciuto Giulio Einaudi, noi che gli abbiamo stretto la mano, come commosso abbraccio di gratitudine, noi che lo abbiamo amato e che lo amiamo per aver tratto, da quel suo catalogo, tanta parte del nostro nutrimento intellettuale, ci vediamo costretti a segnalare oggi un articolo, a firma di Stefano Salis, pubblicato alla pagina 3...