Cesare Pavese - Quando l'insegnante perde il controllo di una classe
Brani scelti: CESARE PAVESE, Il mestiere di vivere (Torino, Einaudi 1952).
Una classe prende la mano a un insegnante per trapassi impercettibili, che l'insegnante tollera per signorilità sapendo che la sua presenza non i suoi richiami debbono ispirare il silenzio. Ma via via il brusio si fa generale e l'insegnante deve intervenire e richiamare qualcuno. La classe capisce che l'insegnante non è invulnerabile, che qualcuno ha parlato, che quel qualcuno ciascuno può esserlo.
Seguono altri richiami che abituano al richiamo. Siccome non tutti possono essere colpiti, si forma uno stato di brusio tollerato che scusa ciascun allievo in particolare. L'insegnante richiama ora con maggior violenza e quindi i brusii si fanno più maligni, intenzionali, dato che l'insegnante o per signorilità rilutta, o non riesce a trovare sanzioni agghiaccianti.
Il brusio diventa quindi uno stato endemico, di distrazione, di sfogo, di guerra, ora che si sanno i limiti delle reazioni dell'insegnante. La sua semplice presenza non basta più a far tacere, ci vuole il richiamo e il richiamo ha scoperto la sua precarietà.