Gabriele D'Annunzio - I pastori

Poesie scelte: GABRIELE D'ANNUNZIO, Alcyone (Milano, Treves 1903).
Settembre, andiamo. È tempo di migrare.
Ora in terra d'Abruzzi i miei pastori
lascian gli stazzi e vanno verso il mare:
scendono all'Adriatico selvaggio
che verde è come i pascoli dei monti.
Han bevuto profondamente ai fonti
alpestri, che sapor d'acqua natia
rimanga ne' cuori esuli a conforto,
che lungo illuda la lor sete in via.
Rinnovato hanno verga d'avellano.
E vanno pel tratturo antico al piano,
quasi per un erbal fiume silente,
su le vestigia degli antichi padri.
O voce di colui che primamente
conosce il tremolar della marina!
Ora lungh'esso il litoral cammina
La greggia. Senza mutamento è l'aria.
Il sole imbionda sì la viva lana
che quasi dalla sabbia non divaria.
Isciacquio, calpestio, dolci romori.
Ah perché non son io cò miei pastori?
da La Rivista
Libri antichi di letteratura
Virgilius - Bucolicorum, Eclogae, Georgicorum & Aeneidos - 1636 (magnifica legatura alle armi)
VIRGILIUS PUBLIUS MARO. Bucolicorum, Eclogae X. Georgicorum, libri IV. Aeneidos, libri XII. Et in ea, Mauri Servii Honorati grammatici commentarii, ex antiquiss. exemplaribus longe meliores & auctiore: ex bibliotheca Petri Danielis I.C. accessit Fabij Planciadis Fulgentij liber de continentia virgiliana, auctior a Mss. Cod. Item Iunij Philargyrij commentatiolus in Bucolica & georgica Virgilij. Genevae, apud Petrum & Iacobum Chovet, 1636SCHEDA COMPLETA
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