Maria Venturini - Non è facile essere gentili con gli arroganti
Brani scelti: MARIA VENTURINI, Dizionario delle felicità (Piero Lacaila Editore, 1998).
Non è facile essere gentili con gli arroganti, gli stupidi presuntuosi, i supponenti, i bugiardi colti in flagrante. Non è necessario esserlo, a ben vedere; costoro hanno diritto ad una nostra pedagogica scortesia che li aiuti a capire i loro errori. Un eccesso di gentilezza - vendetta di aristocratica raffinatezza il cui significato ultimo è l'assoluta sottovalutazione dell'interlocutore maleducato - va riservata a casi rarissimi, altrimenti è dannosa e male interpretata. Ma con tutti gli altri, esseri normali pieni degli stessi difetti normali da cui noi stessi non siamo esenti, perché non essere gentili?
La gentilezza scioglie le difficoltà piccole e prepara il terreno d'intesa per quelle pili grandi. Mantiene una temperie morbida nei rapporti con gli altri e fa bene alla salute poiché il sangue scorre senza turbolenze nelle vene ed arterie. Non costa nulla, o molto poco, se diventa un abito mentale, una costante di comportamento, e genera, non sempre ma spesso, reciprocità. Con gentilezza si possono pronunciare anche giudizi poco caritatevoli verso il prossimo, ma ciò appartiene ad un altro capitolo, e qui se ne accenna con riprovazione.
Le nuove generazioni sono poco gentili poiché nessuno ha loro insegnato ad esserlo. I vecchi lo sono di più, anche per paura di essere maltrattati. Se siete donna, in quell'età di mezzo che espone i primi capelli bianchi e ricevete una scortesia, magari da un giovanotto al guinzaglio di una sgallettata che vi sorpassa in coda per il taxi con il passo lungo e scosciato, non mancate, gentilmente, di ricordare ad ambedue che il tempo passa per tutti, inesorabilmente anche per loro.