Seneca - Il valore della solitudine
Brani scelti: SENECA, Lettere a Lucilio, I secolo d.C.
Così è, sono fermo nel mio convincimento: fuggi i molti, fuggi i pochi, fuggi anche l'uno: non ho una persona colla quale ti veda volentieri in comunione di spirito. Vedi quale stima io faccio di te: oso affidarti a te stesso. Cratete, come si racconta discepolo di quello Stilbone che ho ricordato nell'altra lettera, avendo visto un giovinetto passeggiare solitario gli chiese che cosa facesse. "Converso con me stesso", rispose il giovinetto. E Cratete: "bada", gli disse, "ti prego distare ben attento perché parli con una cattiva persona". Quando incontriamo una persona che soffre e teme, noi sentiamo di doverla custodire perché non faccia malo uso della solitudine.
Coloro che non hanno acquistato la sapienza non possono essere lasciati in balia di se stessi, perché a volte agitano cattivi pensieri e creano pericoli per gli altri e per sé, altre volte si abbandonano a disonesti appetiti; altra volta ancora avviene che l'animo loro mette fuori tutto ciò che prima celava per paura o per pudore, e questo aguzza l'audacia, solletica la libidine e stimola l'ira. E infine lo stolto non sa nemmeno giovarsi di quel vantaggio che porta la solitudine, cioè di non affidarsi ad altri e quindi di non temere i delatori, perché proprio lui tradisce se stesso. Vedi dunque che cosa io speri di te, anzi che cosa io prometta a me stesso, giacché la parola speranza significa un bene ancora incerto: non trovo una persona colla quale io desideri che tu ti intrattenga più che con te stesso.
Ho sempre presente nel ricordo con quale grandezza d'animo tu hai affermato certi tuoi pensieri cosi pieni di forza. Me ne sono subito rallegrato con me stesso e mi son detto: queste parole non provengono dall'esteriorità delle labbra, ma hanno radice nel profondo dell'anima; quest'uomo si stacca dalla volgare schiera e mira in alto al bene dell'anima. Così tu devi vivere e parlare, in modo che nessuna cosa possa deprimerti. Se hai da ringraziare gli Dei di voti soddisfatti, puoi ben formare voti totalmente nuovi: chiedi mente sana, forza d'animo e poi anche di corpo. Perché non dovresti volgere spesso simili preghiere tu puoi sempre pregare Dio arditamente, poiché non lo preghi per chiedergli cosa che appartenga ad altri. Ma per mandarti insieme alla lettera un piccolo regalo secondo il costume, eccoti una verità che ho trovato in Atenodoro.
Tu saprai per certo di essere libero da tutte le cupidigie quando giungerai a questo punto di pregare Dio solo per chiedere cose che tu possa chiedere pubblicamente. Invece vedi quanta è la povertà mentale degli uomini. Sussurrano a bassa voce domande indegne: se qualcuno porge l'orecchio ad ascoltare, tacciono, e dicono a Dio ciò che non vorrebbero che un uomo sapesse. Vedi dunque se si possa con giovamento dare questo precetto: così vivi cogli uomini come se Dio ti veda: e così parla con Dio come se gli uomini ti ascoltino. Addio.