Ugo Foscolo - Io non odio persona al mondo, ma vi sono cert'uomini ch'io ho bisogno di vedere soltanto da lontano
Brani scelti: UGO FOSCOLO, Ultime lettere di Jacopo Ortis, (Da' colli Euganei, 1 Novembre 1797).
Io sto bene, bene per ora come un infermo che dorme e non sente i dolori; e mi passano gl'interi giorni in casa del signor T*** che mi ama come figliuolo: mi lascio illudere, e l'apparente felicità di quella famiglia mi sembra reale, e mi sembra anche mia. Se nondimeno non vi fosse quello sposo, perché davvero - io non odio persona al mondo, ma vi sono cert'uomini ch'io ho bisogno di vedere soltanto da lontano. -
Suo suocero me n'andava tessendo jer sera un lungo elogio in forma di commendatizia: buono - esatto - paziente! e niente altro? Possedesse queste doti con angelica perfezione, s'egli avrà il cuore sempre così morto, e quella faccia magistrale non animata mai nè dal sorriso dell'allegria, nè dal dolce silenzio della pietà, sarà per me un di que' rosaj senza fiori, che mi fanno temere le spine. Cos'è l'uomo se tu lo abbandoni alla sola ragione fredda, calcolatrice? scellerato, e scellerato bassamente. -
Del resto, Odoardo sa di musica; giuoca bene a scacchi; mangia, legge, dorme, passeggia, e tutto con l'oriuolo alla mano; e non parla con enfasi se non per magnificare tuttavia la sua ricca e scelta biblioteca. Ma quand'egli mi va ripetendo con quella sua voce cattedratica, ricca e scelta, io sto li lì per dargli una solenne mentita. Se le umane frenesie che col nome di scienze e di dottrine si sono scritte e stampate in tutti i secoli, e da tutte le genti, si riducessero a un migliajo di volumi al più, e' mi pare che la presunzione de' mortali non avrebbe da lagnarsi - e via sempre con queste dissertazioni.