Daniel Pennac - Chi lo ha detto che ci sono romanzi da leggere e romanzi da non leggere?
Brani scelti: DANIEL PENNAC, Come un romanzo, (Milano, Feltrinelli, 1993).
Il diritto di leggere qualsiasi cosa
Ci sono buoni e cattivi romanzi. Molto spesso sono i secondi che incontriamo per primi sulla nostra strada. E, parola mia, quanto toccò a me, ricordo di averli trovati "belli un casino". Ma sono stato fortunato: nessuno mi ha preso in giro, nessuno ha alzato gli occhi al cielo, nessuno mi ha dato dello scemo. Qualcuno ha solo lascito sul mio passaggio qualche "buon" romanzo guardandosi bene dal proibirmi gli altri. Quella era saggezza. Per un certo periodo leggiamo, insieme, buon e cattivi romanzi. Così come non rinunciamo dall'oggi al domani alle nostre letture infantili. Tutto si confonde. Usciamo da Guerra e pace per rituffarci nella Biblioteca dei ragazzi. Passiamo dalla collezione Harmony (storie di bei dottori e lodevoli infermiere) a Boris Pasternàk e al suo Dottor Zivago – un bel dottore, anche lui, e Lara, un'infermiera oh, quanto lodevole! E poi, un bel giorno, è Pasternàk ad avere la meglio. Insensibilmente, i nostri desideri ci spingono alla frequentazione dei "buoni" romanzi. Cerchiamo degli scrittori, cerchiamo uno stile, basta con i compagni di giochi, vogliamo compagni di essere. L'aneddoto non ci basta più, è arrivato il momento in cui al romanzo chiediamo qualcosa di più della soddisfazione immediata ed esclusiva della nostre sensazioni.