Daniel Pennac - Il diritto di non leggere
Brani scelti: DANIEL PENNAC, Come un romanzo (Milano, Feltrinelli, 1993).
La maggior parte dei lettori si concede quotidianamente il diritto di non leggere. […] Tra un buon libro e un brutto telefilm, il secondo ha, più spesso di quanto vorremmo confessare, la meglio sul primo. Inoltre, non leggiamo sempre. I nostri periodi di lettura si alternano sovente ad alcuni digiuni durante i quali la sola vista di un libro risveglia in noi i miasmi dell'indigestione. […] Ma guardiamoci dall'associare il corollario secondo il quale ogni individuo che non legge dovrebbe essere considerato a priori come un potenziale bruto o un cretino assoluto.
Poiché, così facendo, faremmo passare la letture per un obbligo morale e questo sarebbe solo l'inizio di una spirale che porterebbe poi a giudicare, per esempio, la "moralità" dei libri, in funzione di criteri che non avrebbero alcun rispetto per l'altra libertà inalienabile: la libertà di creare. A quel punto il "bruto" saremmo noi, per quanto "lettori". E Dio sa se il mondo non è pieno di bruti di questa specie.Se possiamo tranquillamente ammettere che un singolo individuo rifiuti la lettura, è intollerabile che egli sia – o si ritenga – rifiutato da essa. È una tristezza immensa, una solitudine nella solitudine essere escluso dai libri. Anche quelli di cui si può fare a meno.