Alberto Vigevani - La febbre dei libri
Brani scelti di bibliofilia: ALBERTO VIGEVANI, La febbre dei libri – Memorie di un libraio bibliofilo, Sellerio, Palermo, 2000, pp. 245-246.
"Ricordo, tra le biblioteche o raccolte che si salvarono interamente poiché collocate ai piani alti dei palazzi o addirittura nelle dimore sulle colline, dalla Ginori-Conti, alla Ricasoli, alla Guicciardini, dalla Corsini, alla Gerini, dalla Serlupi, alla più recente, a Pian de' Giullari, dell'amico Spadolini, al quale avevo completato la collezione delle edizioni Gobetti, cui teneva moltissimo. Di alcune ho già parlato, ma ora vorrei accennare alle mie visite alla Baronta, villa, forse un tempo castello o convento, sovrastante, se non sbaglio, porta Romana, e del proprietario, il marchese Roberto Ridolfi. Piccolo di statura, di nobili tratti ed altrettanto nobile eloquenza, lo conobbi che era assai anziano, e dapprincipio fui intimidito anche dalla sua fama che non trovava confini. Grande bibliofilo, ma soprattutto studioso delle particolarità del libro antico; storico tra i maggiori a cui avevano dato lustro fra l'altro i volumi dedicati a Guicciardini e a Machiavelli. Ma il suo valore di letterato non era inferiore a quello di storico. Per Montanelli i suoi famosi elzeviri sul Corriere lo qualificavano come il maggiore se non l'ultimo scrittore italiano, anche se il toscano Montanelli intendeva "toscano". E da vero aristocratico toscano non disprezzava la 'mercatura', come del resto altri suoi pari di minor caratura. Considerava De Marinis, che dominava la città da un altro colle, come uomo abilissimo, con certe specifiche conoscenze, come ebbe a dirmi. Avevamo una reciproca simpatia e ogni volta che andavo a Firenze salivo alla Baronta. In quegli anni, purtroppo, aveva quasi del tutto perso la vista, ma tra gli scaffali della grande biblioteca si aggirava come se ancora vedesse, aiutato dalla memoria. Mi mostrava qualche libro, mettendomelo in mano perché lo aprissi io. Di grandi libri ne possedeva ormai pochi, molti ne aveva venduti. E qualcuno ne comprai anch'io…"