Umanesimo e letteratura galante: Agnolo Firenzuola - Prose - Torrentino 1552 (bellissima legatura)
Prose. In Fiorenza, appresso Lorenzo Torrentino impressor ducale, 1552.
Cm. 16, pp. 430 [recte 410] (2) + 2 cc. bianche in fine (antiche e filigranate anche se verosimilmente non coeve). Al frontespizio la marca del Torrentino incisa in xilografia raffigurante lo stemma ducale dei Medici. Numerosi capilettera xilografici. Alcune piccole xilografie illustrano il ragionamento dedicato alla bellezza delle donne. Splendida legatura da amatore di inizio Ottocento in pieno marocchino rosso a grana lunga. Dorso a cinque nervi con titoli e ricchi fregi in oro, piatti con doppio riquadro dorato e fiorellini negli angoli. Ampia cornice in pelle ai contropiatti, tagli dorati e segnacolo in seta verde. Un po' corto nel margine alto di alcune carte e impercettibili segni del tempo. Bellissimo esemplare, fresco e ben conservato. Rara seconda edizione (dopo la prima giuntina del 1548) delle opere in prosa di Agnolo Firenzuola, ben rappresentative delle sue caratteristiche di pensatore e letterato. Contiene i seguenti trattati: Discorsi degli animali, Ragionamenti amorosi, Epistola in lode delle donne, Novelle otto, Discacciamento delle lettere, Dialogo delle bellezze delle donne. Il curatore dell'edizione fu l'umanista Lorenzo Scala, come si ricava dalla dedica. Agnolo Firenzuola (Firenze 1493 - Prato 1543), garbato scrittore di novelle, fu grande ammiratore della bellezza e in specie di quella femminile. Condusse vita dissoluta e contrasse la lue che lo fiaccò profondamente nel fisico e gli provocò un profondo abbattimento. Molto tristi e decadenti furono i suoi ultimi anni di vita perché perse i benefici ecclesiastici goduti in precedenza e morì in povertà. Fu importante anche il suo contributo alla questione della lingua; con il trattato del Discacciamento delle nuove lettere si oppose alla riforma proposta del Trissino di introdurre nell'alfabeto alcune lettere greche per contraddistinguere i suoni aperti e chiusi nelle lettere “e” ed “o”. Cfr. Iccu; Gamba, 455 lo definisce "raro"; BMSTC (Italian), 253; Adams, F-501.
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