I giochi nel Cinquecento: Bargagli - Trattenimenti, dilettevoli giochi e amorose canzonette - 1592
Trattenimenti ... dove da vaghe donne, e da giovani huomini rappresentati sono honesti, e dilettevoli giuochi; narrate novelle; e cantate alcune amorose canzonette. In Venetia, appresso Bernardo Giunti , 1592.
Cm. 19,5, pp. (8) 286 (2). Bel marchio tipografico al frontespizio, graziose testatine e capilettera xilografici. Testo in corsivo. Legatura antica in piena pergamena rigida; dorso a 4 sottili nervi e titoli in oro su tassello in marocchino rosso. Sporadiche e trascurabili macchiette (più evidenti alle pp. 100-101), qualche lieve alone, peraltro esemplare complessivamente in buono stato di conservazione. Scipione Bargagli (1540-1612), letterato senese, fu membro dell'Accademia degli Intronati e dell'Accademia di Venezia. I Trattenimenti si inseriscono nella trattatistica sui giochi di società, alla stessa stragua del Dialogo de' giuochi scritto dal fratello Girolamo, poiché propone ai lettori svaghi capaci di esaltare il codice di comportamento cortese, tipico dell'aristocrazia tardo-rinascimentale. "Nonostante i cauti e fuggevoli accenni alla "natia amata libertà" e il raggelato effetto dei particolari orridi e commoventi dell'assedio di Siena, sottolineati con calcolata retorica e abile distribuzione di chiaroscuri, la finzione boccaccesca delle quattro nobili donne e dei cinque giovani riuniti dentro Siena assediata per festeggiare gli ultimi tre giorni di carnevale del 1554 è di maniera, mentre la descrizione dei giuochi e delle questioni amorose risponde a quello stesso aristocratico e municipale orgoglio che aveva ispirato al fratello Girolamo, con più commossa partecipazione, l'elegiaca rievocazione del "bel costume antico" senese nel Dialogo de' giuochi. Anche le novelle sono sorrette da uno studiato artificio di contenuto e di forma. La loro tematica, tutta amorosa, ubbidisce al canone della equilibrata alternanza di serio e di faceto, affermatasi nella precettistica rinascimentale del genere narrativo, mentre la prosa, sostenuta da una compassata e oratoria disposizione dei membri del periodo, rivela lo sforzo dell'esercizio umanistico, incapace però di giungere ad apprezzabili risultati di stile elevato. E tuttavia l'impegno del narratore non viene meno, non tanto nelle novelle burlesche, dove il rischio dell'osceno insito nella beffa amorosa e la scarsa propensione del B. al dialogo motteggiatore e popolare sembrano sempre trattenere lo scrittore al limite dei comico o volgerlo, nel migliore dei casi, a una divertita satira della galanteria (nov. IV e VI), quanto in quelle romanzesche e sentiinentali, in cui il B. si riallaccia a quella vena pateticoelegiaca che aveva aminato, più ancora che la novewstica, il teatro senese" (cfr. la voce B. in DBI, vol VI, scritta da Nino Borsellino). Cfr. Iccu; Gamba, 1241; Camerini, Annali Giunti, II, 482.
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