Pietro Scoppetta - Piazza a Parigi. L'edicola e la lettura del giornale - 1897/1903 (olio su tavola)
Piazza a Parigi. L'edicola e la lettura del giornale. Fine XIX / inizi XX secolo (ca. 1897/1903).
Cm. 13 x 18 (cm. 21,3 x 26,3 con bella cornice lignea posteriore lavorata in foglia oro). Firmato e locato in basso a sinistra “P. Scoppetta Paris”. Olio su tavoletta in cartone pressato. Ottimamente conservato. Autentica su fotografia con allegata relazione tecnica/expertise di perito e critico d'arte di chiara fama nell'ambito della pittura napoletana otto/novecentesca. Provenienza: al retro cartiglio di galleria d'arte di Napoli con numero di archiviazione riportato nell'autentica. Questa splendida tavoletta, certamente riferibile al primo soggiorno francese di Scoppetta (1897 - 1903), raffigura un vibrante scorcio di vita parigina in una piazza sovrastata da un cielo grigio e plumbeo, realizzato con maestria dall'artista amalfitano. Tra chi legge il giornale appena acquistato e chi passeggia con i fiori in mano, ritroviamo una moltitudine di persone in movimento e carrozze che ruotano idealmente intorno a un'edicola, vero e proprio simbolo dell'Art Nouveau. Le vedute parigine di Scoppetta divennero iconiche e sono ancora oggi tra i suoi soggetti più ricercati nel mercato italiano e internazionale. Pietro Scoppetta (Amalfi 1863 – Napoli 1920), dopo gli iniziali studi di architettura, si formò artisticamente sotto la guida di Giacomo Di Chirico. Residente a Napoli dal 1891 ebbe occasione di vivere in un clima di forti movimenti di evoluzione culturale, coincidenti con il mutare della fisionomia urbana a seguito del controverso Piano di Risanamento, voluto dai Savoia. In questo contesto, Pietro Scoppetta si mosse abilmente, dando prova di grande talento soprattutto nella rappresentazione della natìa costa di Amalfi e della Valle dei Mulini. Con le sue opere partecipò a diverse esposizioni della Società Promotrice di Napoli. Il Caffè Gambrinus gli fornì un'importante occasione di mostrare le proprie capacità, quando nel periodo 1889-1890 fu chiamato ad affrescarne le volte con altri pittori di punta dell'ambiente napoletano dell'epoca (Luca Postiglione, Vincenzo Volpe, Edoardo Matania, Attilio Pratella, Giuseppe Alberto Cocco, Giuseppe Casciaro, Giuseppe Chiarolanza, Gaetano Esposito, Vincenzo Migliaro, Vincenzo Irolli e Vincenzo Caprile). Nonostante il successo commerciale e di critica, che lo portò ad avere in qualità di estimatori delle sue opere il re Umberto I e il principe di Sirignano, Scoppetta decise di lasciare l'Italia alla volta dell'estero, e soggiornò a lungo a Londra e a Parigi. Nella capitale francese, dove dimorò tra il 1897 e il 1903, si inserì nella folta schiera di pittori partenopei, attratti dalle suggestioni borghesi della Belle Époque, tra cui ricordiamo Carlo Brancaccio, Giuseppe De Sanctis, Lionello Balestrieri, Arnaldo De Lisio, Ulisse Caputo e Raffaele Ragione. Si inserì con autorevolezza nel filone degli artisti italiani post-impressionisti, dei quali fu precursore il grande Giuseppe De Nittis. Il periodo parigino segnò un netto cambiamento del suo stile pittorico. Abbandonate infatti le rappresentazioni paesistiche, si rivolse alla rappresentazione della vita borghese nella quale individuava gli elementi di ottimismo e di tensione al futuro che più gli si addicevano. Alla sua morte la Biennale di Venezia del 1920 gli dedicò una sala personale dove furono esposti trentacinque dipinti. Bibliografia: Alfredo Schettini, Pietro Scoppetta - Pittore e Poeta Della Belle Epoque, Roma, Editorialtipo, 1971; Anna Caputi, Raffaello Causa, Raffaele Mormone (a cura di), La Galleria dell'Accademia di Belle Arti in Napoli, Napoli, Banco di Napoli, 1971; Massimo Bignardi, Pietro Scoppetta: un pittore sulla scena della Belle époque, Salerno, Edizioni De Luca, 1998.