Vincenzo Caprile - Vecchio popolano legge l'Illustrazione italiana - 1880 circa (olio su tela)
Vecchio popolano legge l'Illustrazione italiana. 1880/1881 circa.
Cm. 45 x 35 (cm. 59 x 49 con bella cornice lignea antica lavorata a foglia d'oro). Olio su tela. Opera ben conservata e rintelata a mero scopo preventivo. Firmato “V. Caprile” in alto a destra. Opera accompagnata da expertise rilasciata da perito accreditato presso il Tribunale di Napoli. “[…] A mio parere trattasi di opera autentica e di pregevole resa artistica e cromatica dell'artista Vincenzo Caprile. […] La firma, analizzata con l'aiuto della lampada di Wood, è autografa ed incussa nello strato pittorico; tale analisi inoltre non rileva opposizioni estranee e successive alla realizzazione dell'opera, e la pellicola pittorica risulta ben aderente all'originario supporto. Il dipinto si presenta in buono stato di conservazione e non necessita di interventi di pulizia o restauro”. Il medesimo perito conferma oralmente la datazione tra il 1880 e il 1881. Certificato di autenticità della galleria di provenienza. Importante e raro dipinto giovanile di Vincenzo Caprile (1856-1936), ben esemplificativo del suo spirito sociale e impressionista, con un vecchio popolano ritratto mentre legge l'Illustrazione italiana. L'anziano ricorda Sossio, il modello sempre sorridente utilizzato più volte dal grande pittore napoletano per realizzare musicanti, pastori o pescatori accompagnati dall'immancabile presenza del bottiglione di vetro (cfr. Siviero, Questa era Napoli, p. 349). Consolidato, sempre in quegli anni, il rapporto di Caprile con la rivista Illustrazione italiana fondata nel 1873 che gli dedicò ampi spazi e frequenti editoriali (cfr. la monografia di Giovanni Caprile, Di Mauro Editore, 1988, p. 21). L'opera ispirò numerosi epigoni e soprattutto un lavoro dello spagnolo Joaquim Agrasot (1836-1919) che viaggiò tra Roma e Napoli negli anni Ottanta dell'Ottocento e realizzò un soggetto assimilabile. Così recita la voce C. in Dizionario Biografico degli Italiani (volume XIX, anno 1976, voce curata da Mario Rotili): “Vincenzo Caprile, nato a Napoli il 24 giugno del 1856 si formò nell'istituto di belle arti della sua città natale (dal 1874 al 1877), prima nella scuola di G. Smargiassi e di A. Carrillo, poi in quella di D. Morelli. Ma al paesaggio accademico del primo e a quello di maniera del secondo, e ancora al "dipingere poetizzato" del terzo maestro, certamente il più valido, egli preferì l'immediatezza e la sintesi formale dei pittori della cosiddetta "repubblica di Portici", ai quali l'avvicinò l'amicizia con Rossano e Campriani, che erano attivi componenti del gruppo innovatore rivolto a cogliere l'essenza della natura e a renderla superando il particolarismo veristico dei Palizzi. Segnalatosi giovanissimo nella mostra del 1873 della promotrice "Salvator Rosa" e in quelle successive, ebbe la prima vera affermazione nel 1880 a Torino, alla IV Esposizione nazionale di Belle Arti, con Ladote di Rita, tela caratterizzata da un gusto narrativo affine a quello del veneziano Favretto e del primo Michetti delle contadine e dei pastori di Abruzzo. Ad essa si collega Chi mi vuol bene mi segua, quadro presentato l'anno seguente all'Esposizione nazionale di Milano e accolto con uguale favore, come del resto quelli che seguirono in diverse mostre, a Berlino nel 1883, a Nizza e a Torino nel 1884, a Venezia nel 1885, a Londra nel 1888, nei quali sono fresche rievocazioni di figure e momenti della vita di Napoli e delle campagne vicine o rappresentazioni di interni rustici, che, per l'efficace resa, degli ambienti e dei contadini che li abitano, risultano essere le sue cose migliori. Nel 1888, ormai largamente affermato, al punto che allora venne anche nominato professore onorario dell'istituto di belle arti di Napoli, si recò a Buenos Aires. Qui si dedicò in particolare al ritratto, ottenendo i più ampi consensi e la nomina a membro della Società di Belle Arti; ma un anno dopo era di nuovo nella città natale, della quale si sentiva e voleva essere interprete. […] Questa vasta produzione venne di volta in volta presentata nelle più importanti mostre, dall'Esposizione universale di Parigi del 1889 a quella di Berlino del 1891, dalle altre di Vienna e di Anversa del 1894 a quelle di Pietroburgo del 1898 e del 1902, di Saint-Louis del 1904, di Bruxelles del 1910, di San Francisco del 1915, fino alle biennali veneziane del primo dopoguerra. […] Il C. si spense a Napoli il 23 giugno del 1936. Per ultieriori > dettagli bio-bibliografici