Adrienne von Speyr - Parabola della pecora smarrita
Brani scelti: ADRIENNE VON SPEYR, Le parabole del Signore, 1966.
Allora il pastore lascia le novantanove sui monti per andare a cercare quell'unica pecora. Le lascia dove già sono. Non si preoccupa di proteggerle dal freddo o dagli animali selvatici. Non le circonda con un recinto così che nessun'altra si perda. Tutti i suoi pensieri appartengono alla pecora perduta. Per lui quell'unica pecora conta ormai più delle novantanove. Se il Signore è questo pastore, allora il credente può chiedersi se davvero lascerebbe tutte le pecore per cercarne una, se davvero perderebbe tutta la sua gioia per la Chiesa qualora mancasse una sola anima. E mentre si pone questa domanda – e per questo viene narrata questa parabola – gli verrà improvvisamente in mente quanto grande è l'amore e l'attaccamento del Signore, non solo con tutti, ma proprio con ogni singolo, e come fragile e delicata è la gioia che lui prova per il gregge, poiché essa dipende dalla risposta dei singoli, di cui si compone.
Se nel coro manca una voce, se ne sente la mancanza nel canto. Se conta i suoi e uno si sottrae, allora per il Signore il numero è divenuto discrepante. E non tocca a chi rimane consolare il Signore per la sua perdita. Quel che deve essere regolato è una questione tra il Signore e la pecora che si è persa. Per questa sola il Signore si fa carico di tutto il sacrificio. Le altre restano sulla montagna, in pericolo, vedono il Signore allontanarsi e si sentono abbandonate, prive di guida, ma la guida è affidata loro; devono solo restare dove sono. Perché il Signore, quando tornerà dalla ricerca, non debba cominciare tutto daccapo, con la seconda pecora, con la sessantesima, con l'ultima.