Arthur Schnitzler - Le diverse forme della solitudine
Brani scelti: ARTHUR SCHNITZLER, Il libro dei motti e delle riflessioni, 1927.
Esistono diverse forme di solitudine più genuine, più dolorose, più profonde di quelle che siamo soliti definire tali. Non ti è mai accaduto di trovarti in una compagnia numerosa e all'improvviso, dopo esserti sentito assolutamente e piacevolmente a tuo agio, tutti i presenti ti sono sembrati degli spettri e tu solo l'unica persona reale tra loro?
O nel mezzo di una discussione quanto mai stimolante con un tuo amico non ti sei mai reso conto della totale inconsistenza di tutte quelle parole e dell'improbabilità di riuscire a capirvi? O mentre giacevi beato tra le braccia della tua amata non hai mai avvertito d'improvviso, con assoluta certezza, che dietro la sua fronte passavano pensieri di cui non sapevi nulla?
Tutto questo è solitudine, una solitudine peggiore di ciò che comunemente definiamo l'essere soli con se stessi. Perché, commisurato con le altre solitudini reali in cui c'è inquietudine, pericolo e disperazione, questo tipo di isolamento rappresenta una condizione così innocentemente contemplativa che forse dovremmo percepire lo stare con noi stessi come la forma più dolce e piacevole di socievolezza.