Arthur Schopenhauer - La misantropia è una forma d'indignazione
Brani scelti: ARTHUR SCHOPENHAUER, Scritti postumi (Milano, Adelphi 2004).
La misantropia è qualcosa di totalmente diverso dall'ordinaria ostilità dei malvagi. La prima nasce da una conoscenza della malvagità e della stoltezza degli uomini in generale, non riguarda i singoli, anche se possono essere stati dei singoli la prima occasione, ma si rivolge a tutti, e quei singoli vengono considerati soltanto come un esempio indifferente. Si tratta anzi sempre di un'indignazione in certa misura nobile, che ha luogo solo là dove esiste la coscienza di una propria natura migliore, che si è sdegnata di una cattiveria del tutto inattesa.
Invece l'ordinaria ostilità, malevolenza, astiosità è qualcosa di totalmente soggettivo, sorto non dalla conoscenza ma dalla volontà, che gli altri uomini contrastano con collisioni costanti, e che ora odia i singoli che le sono d'impedimento, poi poco per volta anche tutti coloro che possono esserle d'ostacolo, ossia tutti, propriamente, ma pur sempre uno per volta, singolarmente, e solo a partire da quel punto di vista soggettivo. Amerà quei pochi con cui, legato per affinità e abitudine, ha un interesse in comune, benché non siano in nulla meglio degli altri.