Perché Break on Through è un inno a vivere la vita a pieno - di Carlo Picca
Break on Through è il primo grande singolo pubblicato dalla leggendaria band The Doors, fra l'altro tratto dal loro primo album, omonimo del gruppo americano, e del quale ne segna il brano d'apertura.
Siamo nel 1967, cuore dei mitici anni sessanta, con questo gran bel pezzo che a principio non ebbe molto successo, fino poi conquistare tutti senza soluzione di continuità generazionale e temporale.
Con il suo sound ipnotizzante, fra il tintinnio dei piatti di Densmore, le note della tastiera di Manzarek e i riffing di chitarra di Krieger, che assieme creano un giro davvero psichedelico e una straordinaria base sulla quale la voce di Morrison si inserisce a perfezione.
Molte possono essere le interpretazioni e le suggestioni che può provocare la lettura del testo di questo brano, ad incominciare a mio modesto avviso, da quelle inerenti l'antica lotta dell'uomo contro le paure ancestrali che risiedono in lui e che lo bloccano nella sua vitalità.
Come la paura delle paure, quella che può possederci e detenerci in minime capacità espressive: la paura della morte. E questo pezzo, secondo me, è un vero e proprio inno a non averne paura e a vivere la vita a pieno, perché la morte è da considerarsi come una creatura che desiderano tutti, un'amica e amante da scoprire, inserita benevolmente in un ciclo con la sua gemella siamese vita, esattamente come la notte con il giorno, ciclo nel quale non c'è antitesi ma una pura continuità come nello yin e nello yang.
La morte quindi come una fanciulla da amare e che affascina tutti, che fa cantare al poeta la mia bimba l'amano tutti, lei che è immagine ignota ma suadente che non ti permette di recitare, di fare "scena", perché ci hai provato per "settimane, giorni ed ore" e non è servito, perché ella ti vuole vero e pronto invece ad una sperimentazione erotica, ad una vera e propria avventura bacchica con lei. Tutto solo e sempre sfondando verso l'altra parte perché contro la paura dell'ignoto che ti paralizza non serve "provare a correre o a nascondersi", ma puoi solo irrompere to the other side ovvero andando verso "le sua braccia e trovare un'isola".
E sciogliendo ogni paura per lei la vita appare a tutto tondo come un'esperienza pronta per essere vissuta a pieno per ricevere i suoi piaceri, suggestionandosi al vitalismo più incontrollato, dionisiaco e orgiastico.
Dritto, profondo e largo è il passaggio
Per il singer americano, profondo conoscitore dell'opera del filosofo Nietzsche, la morte non sarà mai una nemica da temere bensì una donna da amare, concetto che verrà ripreso più avanti in un altro pezzo storico della band: The End. Così superata la paura della morte, dell'ignoto, Morrison dà voce fino in fondo alla sua forza espressiva.
Non a caso Jim si proclama Re Lucertola, una divinità auto-investitasi che compie grandi opere umanistiche, in primis quella di invitare gli uomini ad aprire le porte della percezione e andare oltre le apparenze per sondare l'imperscrutabile da prospettive nuove e diverse.
Quanto ci sarebbe bisogno, oggi, di un vate così!
Che il giorno distrugge la notte tu lo sai
E che la notte divide il giorno
Ho provato a correre. A nascondermi.
Sfonda verso la parte opposta
Sfonda verso la parte opposta
Sfonda verso la parte opposta…
Qui abbiamo rincorso il nostro piacere
Là disseppellito i nostri tesori
Riesci a ricordarti del tempo in cui piangemmo?
Sfonda verso la parte opposta
Sfonda verso la parte opposta
La mia bimba l'amano tutti
La mia bimba l'amano tutti
Lei va, Lei va su di giri
Lei va. Lei va su, di giri…
Tra le tue braccia ho trovato un'isola,
Una nazione nei tuoi occhi
Braccia che incatenano, occhi che ingannano
Sfonda verso la parte opposta
Sfonda verso la parte opposta
Sfonda…
Ho fatto scena di settimana in settimana,
Di giorno in giorno, d'ora in ora,
Dritto, profondo e largo è il passaggio
Sfonda verso la parte opposta
Sfonda verso la parte opposta
Sfonda, sfonda,
Sfonda, sfonda…
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