Edgar Allan Poe - La valle dell'inquietudine
Poesie scelte: EDGAR ALLAN POE, La valle dell'inquietudine (The valley of unrest), 1831.
Rideva un tempo una quieta vallata
che nessuno più abitava;
erano tutti partiti per la guerra,
sperando che gli occhi soavi delle stelle
avrebbero di notte sorvegliato
dalle azzurre torri i fiori
dove tutto il giorno pigro
s'allungava il bagliore del sole.
Ora s'avvede ogni viandante
che è inquieta la mesta vallata.
Non v'è nulla che immobile resti
se non l'aria che resta sospesa
sulla sua solitudine magica.
Ah, non vento che scuota quegli alberi
palpitanti come i gelidi mari
attorno alle Ebridi fosche! Ah,
nessun vento trascina le nubi
che incessanti percorrono i Cieli
irrequieti, dall'alba al tramonto,
su distese di violette.
Occhi umani là sparsi a miriadi,
su gigli che là ondeggiano e gemono
su una tomba senza nome!
Ondeggiano: e dalle cime fragranti
stillano eterne rugiade.
Gemono: e lungo i fragili steli
scendono gemme di lacrime perenni.
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Once it smiled a silent dell
Where the people did not dwell;
They had gone unto the wars,
Trusting to the mild-eyed stars,
Nightly, from their azure towers,
To keep watch above the flowers,
In the midst of which all day
The red sun-light lazily lay.
Now each visitor shall confess
The sad valley's restlessness.
Nothing there is motionless
Nothing save the airs that brood
Over the magic solitude.
Ah, by no wind are stirred those trees
That palpitate like the chill seas
Around the misty Hebrides!
Ah, by no wind those clouds are driven
That rustle through the unquiet Heaven
Uneasily, from morn till even,
Over the violets there that lie.
In myriad types of the human eye
Over the lilies there that wave
And weep above a nameless grave!
They wave:-from out their fragrant tops
External dews come down in drops.
They weep:-from off their delicate stems
Perennial tears descend in gems.