Friedrich Nietzsche - Filosofia degli attori
Brani scelti: FRIEDRICH NIETZSCHE, Aurora, 1881.
È una beata illusione dei grandi attori, che i personaggi storici da essi rappresentati abbiano realmente avuto quegli stessi sentimenti che essi provano nel recitare la loro parte, ma in ciò commettono un madornale errore : la loro forza imitativa e divinatoria, che essi vorrebbero volentieri gabellare per una facoltà chiaroveggente, penetra abbastanza a fondo, ma appunto soltanto per spiegare i gesti, gli accenti e gli sguardi e l'aspetto esteriore in generale; essi colgono cioè l'ombra dell'anima di un grande eroe, di uno statista, di un guerriero, di un ambizioso, di un geloso, di un disperato, penetrando fin nei pressi dell'anima, ma non fino allo spirito dei loro oggetti.
Indubbiamente sarebbe una bella scoperta, che occorresse soltanto l'attore chiaroveggente, invece dei pensatori, dei competenti, degli specialisti tutti, per illuminare nelle sue profondità l'essenza di una qualsivoglia condizione! Tuttavia non dobbiamo dimenticare, appena si fanno sentire tali pretese, che l'attore è appunto una scimmia ideale e scimmia a tal punto che non può affatto credere all'«essenza» e all'«essenziale»: tutto è per lui giuoco, suono, gesto, scena, fondale e pubblico.