Friedrich Nietzsche - Quando sopraggiunge la notte
Brani scelti: FRIEDRICH NIETZSCHE, Umano troppo umano, 1879/80.
Appena sopraggiunge la notte, il nostro sentimento delle cose prossime cambia. C'è il vento, che si aggira per vie proibite, sussurrando, come cercando qualcosa, irritato di non trovarlo. C'è la luce della lampada dal cupo bagliore rossastro, che guarda stanca e che lotta riluttante contro la notte, schiava impaziente dell'uomo desto.
C'è il respiro del dormiente, il suo orrido ritmo, per il quale una cura sempre ritornante sembra suonare la melodia, noi non la udiamo, ma quando il petto del dormiente si solleva, ci sentiamo stringere il cuore, e quando il respiro si abbassa e quasi si spegne in una quiete mortale, noi ci diciamo «riposa un poco, povero spirito tormentato!» Noi auguriamo a ogni vivente, perché vive così penosamente, un'eterna quiete; la notte persuade alla morte.
Se gli uomini facessero a meno del sole e conducessero con luce lunare e lume a olio la lotta contro la notte, quale filosofia mai li avvolgerebbe con il suo velo? Già troppo infatti si nota dalla natura intellettuale e spirituale dell'uomo, come essa sia in complesso offuscata dalla metà di oscurità e privazione di sole, onde la vita viene ricoperta.