Giorgio Manganelli - La mia sensazione è che il ferragosto sia la festa del Nulla
Brani scelti: GIORGIO MANGANELLI, Improvvisi per macchina da scrivere (Milano, Adelphi 1989).
Settimane prima di quel giorno inevitabile, io mi faccio prudente; quando si entra nel rettifilo ferragostano, mi faccio via via cauto, diffidente, mi defilo, mi appiattisco, lavoro di freni e zavorra, inghiotto i documenti personali, comincio a parlare con accento irriconoscibile, sottopongo la mia minuscola anima ad una rapida plastica estetica, e infine mi precipito nel taciturno e pigro vortice del ferragosto: ma in quel momento io sono irriconoscibile, ed ho ogni motivo per dubitare della mia esistenza. La mia sensazione più profonda è che il ferragosto sia la festa del Nulla: e a questa convinzione io mi adeguo. [...]
Dove vanno le spensierate folle di gitanti che, tutte nel medesimo istante, vengono colte dal raptus dell'emigrazione verso la Gioia? Sono persuaso che esse vengano stivate in uno dei tanti armadi del Nulla, e lì provvisoriamente trattenute e distratte con effimeri giocarelli fatti, letteralmente, di niente. Durante le non molte, ma fatali ore del ferragosto, trionfa una colossale eclissi dell'esistenza. Nulla viene prodotto, eccetto l'ectoplasma. [...]
Conscio del carattere di assedio di questa festa totalitaria, sono andato acquistando nei giorni precedenti cibi di varia natura e dimensioni: formaggi teneri, un enorme pane a ruota che non ho osato tagliare, budini da spalmarci un lussuoso appartamento, in alleanza con la maionese e la senape; acque oligominerali, birre deschiumate, vini stappati: silenzio finché s'apra. Non solo cibi: matite temperate, guide di paesi senza ferragosto – Terra di Baffin, Sikkim – edizioni sottovoce di Stendhal; medicine: antiacidi, digestivi, sonniferi completi di silenziatori da sogno. Stampe fiamminghe, casti disegni di desolate brughiere. Bandiere bianche di varia foggia, atte ai più diversi tipi di resa. Dopobarba nobili e volatili simulano giardini e visir. Lentamente, stiro la mia ombra: estremamente rilassante.