Paul Verlaine - Arte poetica
Poesie scelte: PAUL VERLAINE, Arte poetica (Art poétique), 1874 ma pubblicata nel 1882.
La musica, prima di ogni altra cosa:
e per questo preferisci l'impari,
più vago e solubile nell'aria,
senza nulla in sé che pesi e posi.
È necessario poi che tu non scelga
le tue parole senza qualche errore:
nulla è più caro della canzone grigia
in cui l'incerto si unisca al preciso.
Sono occhi deliziosi dietro veli,
è la grande luce tremula del mezzogiorno,
è - in un cielo tiepido d'autunno
l'azzurro brulichio di chiare stelle!
Perché vogliamo ancor la sfumatura,
non colore, ma solo sfumatura!
Oh, solo essa accoppia il sogno
al sogno e il flauto al corno!
Va più lontano possibile dall'assassina arguzia,
dal crudele spirito e dall'impuro riso,
che fanno piangere gli occhi dell'azzurro
e tutto quell'aglio di bassa cucina!
Prendi l'eloquenza e torcile il collo!
E farai bene, in vena d'energia,
a moderare un poco anche la rima.
Fin dove andrà, se non la tieni d'occhio?
Oh, chi dirà i torti della rima?
Quale bambino sordo o negro pazzo
ci ha plasmato questo gioiello da un soldo,
che sotto la lima suona vuoto e falso?
La musica, ancora e sempre!
Il tuo verso sia la cosa che va via,
che si sente fuggire da un'anima in cammino
verso altri cieli ed altri amori.
Il tuo verso sia l'avventura buona
sparsa al vento increspato del mattino
che va sfiorando la menta e il timo...
E tutto il resto è letteratura.
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De la musique avant toute chose,
Et pour cela préfère l'Impair
Plus vague et plus soluble dans l'air,
Sans rien en lui qui pèse ou qui pose.
Il faut aussi que tu n'ailles point
Choisir tes mots sans quelque méprise :
Rien de plus cher que la chanson grise
Où l'Indécis au Précis se joint.
C'est des beaux yeux derrière des voiles,
C'est le grand jour tremblant de midi,
C'est, par un ciel d'automne attiédi,
Le bleu fouillis des claires étoiles !
Car nous voulons la Nuance encor,
Pas la Couleur, rien que la nuance !
Oh ! la nuance seule fiance
Le rêve au rêve et la flûte au cor !
Fuis du plus loin la Pointe assassine,
L'Esprit cruel et le Rire impur,
Qui font pleurer les yeux de l'Azur,
Et tout cet ail de basse cuisine !
Prends l'éloquence et tords-lui son cou !
Tu feras bien, en train d'énergie,
De rendre un peu la Rime assagie.
Si l'on n'y veille, elle ira jusqu'où ?
O qui dira les torts de la Rime ?
Quel enfant sourd ou quel nègre fou
Nous a forgé ce bijou d'un sou
Qui sonne creux et faux sous la lime ?
De la musique encore et toujours !
Que ton vers soit la chose envolée
Qu'on sent qui fuit d'une âme en allée
Vers d'autres cieux à d'autres amours.
Que ton vers soit la bonne aventure
Eparse au vent crispé du matin
Qui va fleurant la menthe et le thym...
Et tout le reste est littérature.
da La Rivista
Libri antichi di letteratura
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