Sigmund Freud - Il senso d'inferiorità
Brani scelti: SIGMUND FREUD, Introduzione alla psicoanalisi, 1915-32.
So che avete udito molto parlare del senso d'inferiorità che contraddistinguerebbe i nevrotici. Esso imperversa particolarmente nelle pagine dei letterati di grido. Uno scrittore che adopera il termine "complesso d'inferiorità" crede con ciò di dimostrare la sua dimestichezza con la psicoanalisi e di mantenere la sua descrizione su un piano psicologico assai elevato. In realtà, il termine tecnico "complesso d'inferiorità" non viene quasi impiegato in psicoanalisi. Non è un termine che abbia per noi un significato semplice, e tantomeno quindi indica qualcosa di elementare. Ricondurlo all'autopercezione di eventuali minorazioni organiche, come ama fare la scuola della cosiddetta "psicologia individuale", ci sembra un errore di miopia. Il senso d'inferiorità ha forti radici erotiche. Il bambino si sente inferiore se nota che non è amato, e la stessa cosa accade all'adulto. L'unico organo davvero considerato inferiore è quel pene atrofizzato che è la clitoride della bambina. In verità, la parte principale del complesso d'inferiorità proviene dalla relazione dell'Io con il suo Super-io; al pari del senso di colpa, è un'espressione della tensione tra i due. Senso d'inferiorità e senso di colpa sono in genere difficilmente separabili. Forse sarebbe opportuno vedere nel primo il complemento erotico del senso morale d'inferiorità.