Ugo Foscolo - Orazione a Bonaparte - Italia 1802 (rarissima contraffazione coeva all'originale)
Orazione a Bonaparte pel congresso di Lione. s.n., 1802.
Cm. 20, pp. 63 (1). Cartoncino editoriale a stampa. Carte di guardia rinnovate. Qualche sporadica e trascurabile macchietta alla prima e ultima carta, peraltro esemplare nel complesso ben conservato, verosimilmente rifilato nel margine esterno. Rara e ricercatissima contraffazione, stampata verosimilmente nel Gennaio 1803, che imita fedelmente l'introvabile edizione originale (sui 100 esemplari stampati se ne conoscono pochissimi esemplari completi, tutti conservati in biblioteche pubbliche). Foscolo era a conoscenza dell'iniziativa editoriale, ed «è verosimile che non fosse estraneo all'iniziativa editoriale che presso i più voleva far apparire come ristampa abusiva dell'Orazione, ristampa spilorcia e da frustate» (Raccolta foscoliana Acchiappati, n. 24). Anzi, si prodigò presso alcuni librai, tra cui Piatti di Firenze, affinché smerciassero copie di questa edizione: «immaginare Foscolo impegnato di persona in una simile operazione promozionale a vantaggio di un'edizione prossima ad uscire senza il suo placet, abusiva quindi, configura una situazione a connotazioni di leggenda» (ivi). Queste sono le caratteristiche, limitatamente al frontespizio, che distinguono la contraffazione dall'originale. Contraffazione: «PEL CONGRESSO DI LIONE» in maiuscolo tondo, «Sofocle» in minuscolo corsivo. Originale: «PEL CONGRESSO DI LIONE» in maiuscolo corsivo, «SOFOCLE» in maiuscolo corsivo. L'orazione fu commissionata dal Comitato di Governo per celebrare l'inizio della Consulta tenutasi a Lione nel Gennaio 1802, riunita con 453 Deputati della Cisalpina per dare una Costituzione alla Repubblica alla presenza di Bonaparte. La dedicatoria è rivolta a Sommariva e Ruga ma non al terzo membro del Comitato, Francesco Visconti Aima. Nel gennaio 1802 l'orazione era compiuta ma, nonostante il programma, non fu letta al Congresso. In realtà Foscolo avanza perplessità verso la neonata Repubblica e soprattutto verso l'incapacità dei politici coinvolti. Lo stesso Foscolo in una lettera al Monti: «La mia prosa è compiuta; ma non so sio devo inviarla al Governo ... se non la vogliono, la stamperò più liberamente a mio nome». A proposito dell'editio princeps così scriveva Foscolo a Roger Wilbraham [28 febbraio 1818]: «La prima edizione fu di cento copie, non più; ed è rarissima». E ancora Ottolini, 90:«Gli esemplari della vera edizione sono rarissimi»; Mazzolà, 5 «Rarissima». Cfr. anche Cfr. Parenti, Dizionario dei luoghi di stampa falsi, p. 212.
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