Storia della massoneria: Dichiarazione dell'instituto de' Liberi Muratori - 1749 (prima edizione)
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Storia della massoneria: Dichiarazione dell'instituto de' Liberi Muratori - 1749 (prima edizione)

BARONI CAVALCABÒ CLEMENTE (A CURA DI).  Dichiarazione dell'instituto, e scopo de' Liberi Muratori dove si prende a confutare il candeliere acceso de' Liberi Muratori eretto di fresco. Opera tradotta dal latino nel volgare idioma. In Rovereto, per Francescantonio Marchesani, 1749.

Cm. 16,5, pp. xxxvi, 247 (1). Bell'antiporta allegorica incisa in rame, pregna di simbologia massonica. Legatura strettamente coeva in piena pergamena rigida con titoli manoscritti al dorso; tagli spruzzati. Esemplare nel complesso fresco e ben conservato. Il traduttore Clemente Baroni Cavalcabò (1726-1796), scrittore roveretano rilevante anche per quanto concerne la storia locale trentina, non sembra fece parte della loggia, anzi ne avversò per certi versi la filosofia, nonostante ebbe molti amici affiliati. Questa prima edizione in lingua italiana della Declaratio instituti, scopi, ac finis Liberorum Muratorum, delinea (seguendo uno schema di netta confutazione) la storia dell'Ordine, fini, tratti distintivi ed attività, diffusione europea, aspetti religiosi, ampia dissertazione sull'Anticristo. L'organismo che si definisce “libera muratoria” (massoneria è un francesismo che sta per “muratoria”) trova antiche origini nell'insieme dei “muratori” che godevano di certe franchigie e che giravano per i vari paesi europei soprattutto per costruire chiese ed edifici pubblici. Nei secoli s'è delineata e definita l'attività massonica che sopravvive ancora oggi. Raro, soprattutto completo dell'antiporta. Cfr. Iccu; Melzi, I, 296, Simoni 963; Lattanzi 487.

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