Salvataggio in montagna: Somis - Ragionamento sopra il fatto avvenuto in Bergemoletto - 1758 (raro)
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Salvataggio in montagna: Somis - Ragionamento sopra il fatto avvenuto in Bergemoletto - 1758 (raro)

SOMIS IGNAZIO.  Ragionamento sopra il fatto avvenuto in Bergemoletto. In cui tre donne, sepolte fra le rovine della stalla per la caduta d'una gran mole di neve, sono state trovate vive dopo trentasette giorni. Dedicato a sua maestà. In Torino, nella Stamperia Reale, 1758.

Cm. 25, pp. (8) 165 (1). Con due illustrazioni a piena pagina fuori testo incise in rame (la prima con la veduta a volo d'uccello di Bergemoletto e dei monti che la sovrastano, la seconda con l'immagine degli  strumenti scientifici per lo studio della neve). Una grande vignetta incisa in rame inserita nel frontespizio raffigura la stalla sepolta dalla neve con gli sventurati occupanti e le caprette che ne consentirono la sopravvivenza; una grande testata con il ritratto di re Carlo Emanuele III sorretto da angeli, incisa in rame, e una grande iniziale figurata incisa in rame a p. (2); altra testata e iniziale incise in rame a p. 1. Bella legatura strettamente coeva in piena pergamena rigida con titoli in oro su tassello in pelle color granata al dorso. Piatti contornati da un filetto impresso a secco, tagli rossi e segnacolo in seta verde. Macchietta al piatto posteriore della legatura, trascurabili e fisiologiche fioriture. Esemplare ad ampi margini, fresco e ottimamente conservato. Rarissima prima edizione di questo importante saggio dedicato da Ignazio Somis di Chiavre (1718-1793), professore di medicina presso l'Università di Torino, alla drammatica vicenda di una famiglia di montanari della Valle Stura residenti a Bergemoletto (borgata di Demonte) la cui baita fu sommersa il 19 marzo 1755 insieme alle altre del paese da una enorme valanga caduta dalle montagne che la sovrastano. Il padre, Giuseppe Roccia, e il figlio Giacomo, quindicenne, si salvarono perché trovandosi fuori casa a spalare la neve dal tetto riuscirono a mettersi in salvo. La moglie Anna Maria Bruno, la sorella Anna Roccia, la figlia Margherita di dodici anni, e l'altro figlioletto Antonio di 5 anni, si rifugiarono invece nella stalla e vi sopravvissero al freddo e al buio per cinque settimane, grazie alla presenza di due capre che col loro latte diedero loro un sia pure scarso nutrimento. Il bimbo più piccolo invece non riuscì a sopravvivere. Le donne rividero la luce solo dopo 37 giorni grazie alle incessanti ricerche dei parenti e di tanti altri valligiani. La valanga distrusse 30 case e provocò ventidue vittime. Il lavoro dell'Autore Somis è pregevole perché egli, avendo intervistato con attenzione i protagonisti della vicenda e la gente del posto, riesce a offrire un quadro dettagliato e emotivamente partecipato di tutte le sue fasi, riferendo anche delle condizioni di vita delle superstiti nei mesi successivi al loro ritrovamento. Si tratta di uno studio pionieristico sul disturbo da stress post-traumatico; è infatti il primo studio scientifico sugli effetti della sopravvivenza durante un lungo periodo di pesanti deprivazioni. Somis descrive i fatti con emozione e compassione, ma la sua analisi medica è frutto di un approccio decisamente scientifico. In un articolo del 2009 sul disturbo da stress post-traumatico pubblicato su "Psychological Medicine", Brenda Parry-Jones ha scritto "no other publication has been located, to date, approaching the depth and detail of Somis". L'opera ebbe risonanza internazionale, e fu pubblicata anche in lingua inglese a Londra nel 1765 (Serjeant) e nuovamente nel 1768 (Osborne). Cfr. Iccu; Perret, 4100; Blake NLM, 426; Wellcome, V-148; Hirsch, V-337; Bima, La Stamperia Reale di Torino (2003), p. 91; De Renzi, Storia della medicina in Italia, V, 755; Manno, III, 12128.

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