Articoli - Beppe Cantele
La crisi del diritto: Ludovico Antonio Muratori - Dei difetti della giurisprudenza
La piaga maggiore, alla quale non hanno saputo e non sanno porre rimedio le riforme che si sono succedute con crescente frequenza negli ultimi vent'anni, è la lentezza dei giudizi. Sia di quelli penali - disdicevole per la conseguente restrizione della libertà personale di soggetti in attesa di giudizio - sia di quelli civili - disastrosa per le nefaste conseguenze e negative ricadute sull'economia nazionale, che non riesce anche per tale motivo, ad attrarre investitori stranieri, né a garantire sul fronte interno una certezza dei rapporti giuridici in tempi ragionevoli.
Beppe Cantele - Sulla Giornata della Memoria
Oggi, 27 gennaio, anniversario dell'apertura dei cancelli del lager di Auschwitz, si celebra la Giornata della Memoria. Ora, io non so se il verbo celebrare sia il più adatto, ma non ci voglio pensare. Scrivo di questo argomento senza serenità; è uno scrivere rabbioso, triste, feroce, veloce per scappare. Scrivere nella Giornata della Memoria è una violenza che mi faccio, di anno in anno, per dire che ci sono, che so, che non dimentico.
25 Aprile: tra storia e attualità
"Il passato è passato e non si cambia". Chissà quante volte abbiamo sentito questa frase. Il passato di ognuno di noi non si cambia; se ne può, al più, far tesoro per non incorrere negli stessi errori, nel presente e per il futuro. Ma non cambiarne i fatti. Invece sembra vada di moda giustificare certi atteggiamenti presenti, spacciandoli come coerenti e dirette conseguenze di un passato che viene riletto e riadattato alla bisogna, per renderlo (esso, l'immodificabile) adatto al presente che si vuole. É una delle chiavi, una delle modalità di "insinuazione" del revisionismo.
27 Gennaio - La nostra giornata della memoria
Brani scelti: RIDOLFI ROBERTO, L'amico tipografo, in «La Bibliofilia», Firenze, Leo S. Olschki (Tip. Giuntina), anno LXXVI (1974), disp. 1-2, pp. 143-144.
Auschwitz, 27 gennaio. Il 27 gennaio è la data scelta per ricordare una frattura irrimediabile. Non so dire, non lo so ancora bene, cosa sia per me, cosa significhi Shoah, sterminio degli Ebrei, deportazione, campo di concentramento. Non lo so perché più studio, più aumenta il divario, il distacco, più sento che la frattura è davvero irreparabile, e il dramma incomprensibile. E forse è giusto lo sgomento destato dall'incomprensione. Forse esso è segno che qualcosa è cambiato, che il dramma ci ha reso diversi, incapaci di comprendere fino in fondo, e perciò - si spera - incapaci di ripetere quel male, e la banalità del male.
Si susseguono in questi giorni i programmi televisivi, le pubblicazioni divulgative, le iniziative per ricordare. Ma non basta. Vorrei umanamente avere la certezza che ciò che si sa, che si scopre, che si vede nei filmati, che si legge nei libri, si risolve in un pianto interiore che sia segno e simbolo di un distacco realmente maturato dalla nostra civiltà nei confronti di ciò che ha generato quegli eventi.
Nel breve spazio di queste pagine, come sempre dedicate alla bibliofilia ed all'amore per i libri, vorremmo a nostro modo celebrare la memoria, riproponendo il ricordo di un uomo che sopravvisse ad Auschwitz, il grande tipografo Schulim Vogelmann, stampatore de «La Bibliofilia», e ciò attraverso le parole di Roberto Ridolfi.
"Pinocchio in Benedetto Croce" di Giuseppe Cantele
Tra il 1903 e il 1904 Benedetto Croce scrisse i suoi "Saggi critici" su "La letteratura della nuova Italia", cioè quella letteratura fiorita dopo il 1860, vale a dire dopo l'auspicato compimento dell'unità della Nazione. L'opera, pubblicata in cinque volumi da Giuseppe Laterza, conobbe vasta fortuna e non mancò di suscitare ampio ed elevato dibattito.