Dante Alighieri - Divina Commedia, Inferno, Canto VI
Brani scelti: DANTE ALIGHIERI, La Divina Commedia, Inferno, canto VI.
[Canto sesto, nel quale mostra del terzo cerchio de l'inferno e tratta del punimento del vizio de la gola, e massimamente in persona d'un fiorentino chiamato Ciacco; in confusione di tutt'i buffoni tratta del dimonio Cerbero e narra in forma di predicere più cose a divenire a la città di Fiorenza.]
Dante Alighieri - Divina Commedia, Inferno, Canto IV
Brani scelti: DANTE ALIGHIERI, La Divina Commedia, Inferno, canto IV
[Canto quarto, nel quale mostra del primo cerchio de l'inferno, luogo detto Limbo, e quivi tratta de la pena de' non battezzati e de' valenti uomini, li quali moriron innanzi l'avvenimento di Gesù Cristo e non conobbero debitamente Idio; e come Iesù Cristo trasse di questo luogo molte anime.]
Piero Citati - Ritratto di Jorge Luis Borges
Ci sono pensieri pensati per descrivere o per descriverci pensieri che altri hanno pensato, destinati solo a far da corredo a questi ultimi. Alle volte però i pensieri a spiegare i pensieri che altri hanno pensato acquistano una loro vita e allora diventano pensieri pensati e non pensieri di pensieri… comunque Letterature.
É questo il caso, appunto, dei pensieri pensati da Pietro Citati su Jorge Luis Borges, e che si possono leggere nella quarta di copertina del Corallo Einaudi numero 128, che ripubblicava, ed era il 1961, l'opera Finzioni dell'autore argentino, già in prima edizione italiana sempre presso Einaudi nel 1955, come quarantatreesimo tra i Gettoni di Vittorini, con il titolo La Biblioteca di Babele.
Brani scelti: PIETRO CITATI, Risvolto, in: Jorge Luis Borges, Finzioni (La Biblioteca di Babele), Torino, Einaudi, 1961.
Dante Alighieri - Divina Commedia, Inferno, Canto III
Brani scelti: DANTE ALIGHIERI, La Divina Commedia, Inferno, canto III
[Canto terzo, nel quale tratta de la porta e de l'entrata de l'inferno e del fiume d'Acheronte, de la pena di coloro che vissero sanza opere di fama degne, e come il demonio Caron li trae in sua nave e come elli parlò a l'auttore; e tocca qui questo vizio ne la persona di papa Cilestino.]
Dante Alighieri - Divina Commedia, Inferno - Canto II
Brani scelti: DANTE ALIGHIERI, La Divina Commedia
[Canto secondo de la prima parte ne la quale fa proemio a la prima cantica cioè a la prima parte di questo libro solamente, e in questo canto tratta l'auttore come trovò Virgilio, il quale il fece sicuro del cammino per le tre donne che di lui aveano cura ne la corte del cielo.]
Giacomo Leopardi - Crestomazia italiana - 1827
"Pubblicata nel 1827, la Crestomazia leopardiana della prosa segna la prima apparizione in Italia di un nuovo istituto letterario: l'antologia per brani scelti intesa a fornire non più soltanto un repertorio di esempi di bello scrivere, ma una veduta d'insieme della letteratura italiana. L'avvenimento meriterebbe una certa attenzione anche se non ne fosse protagonista Giacomo Leopardi". Con queste parole Giulio Bollati introduce la prima edizione Einaudi della celebre opera del recanatese. Siamo nel 1968, e mentre i tempi furoreggiavano di ideologismi qualcuno, in silenzio, tramandava in bella e moderna veste editoriale il ricordo di pagine tra le migliori della letteratura italiana. Rivoluzionari per quei tempi, pur parendo, proprio a quei tempi, dei conservatori.
Brani scelti: GIACOMO LEOPARDI, Crestomazia Italiana – La prosa, Torino, Einaudi 1968, pp. 3-5
Dante Alighieri - Divina commedia - Inferno - Canto I
Brani scelti: DANTE ALIGHIERI, La divina commedia
[Incomincia la Comedia di Dante Alleghieri di Fiorenza, ne la quale tratta de le pene e punimenti de' vizi e de' meriti e premi de le virtù. Comincia il canto primo de la prima parte la quale si chiama Inferno, nel qual l'auttore fa proemio a tutta l'opera.]
Roberto Ridolfi - Il ritratto di Leo S. Olschki
Brani scelti: RIDOLFI ROBERTO, Centenario, «La Bibliofilía», LXIII (1961), pp. 1-2
Nel nostro continuo ripercorrere il passato per trarne linfa per il presente e insegnamento per il futuro, ricordiamo in questa pagina Leo Samuel Olschki, il grande bibliofilo, bibliopola ed editore umanista, nato a Joannisburg, nella Prussia Orientale, il 2 Gennaio 1861. E lo facciamo riproponendo il mirabile ritratto, mai più riedito, che Roberto Ridolfi scrisse nel 1961 per celebrarne il centenario della nascita, e apparso nelle pagine della rivista «La Bibliofilía», da lui diretta, e fondata l'anno in cui Ridolfi nasceva (1899) proprio da Leo Samuel.
27 Gennaio - La nostra giornata della memoria
Brani scelti: RIDOLFI ROBERTO, L'amico tipografo, in «La Bibliofilia», Firenze, Leo S. Olschki (Tip. Giuntina), anno LXXVI (1974), disp. 1-2, pp. 143-144.
Auschwitz, 27 gennaio. Il 27 gennaio è la data scelta per ricordare una frattura irrimediabile. Non so dire, non lo so ancora bene, cosa sia per me, cosa significhi Shoah, sterminio degli Ebrei, deportazione, campo di concentramento. Non lo so perché più studio, più aumenta il divario, il distacco, più sento che la frattura è davvero irreparabile, e il dramma incomprensibile. E forse è giusto lo sgomento destato dall'incomprensione. Forse esso è segno che qualcosa è cambiato, che il dramma ci ha reso diversi, incapaci di comprendere fino in fondo, e perciò - si spera - incapaci di ripetere quel male, e la banalità del male.
Si susseguono in questi giorni i programmi televisivi, le pubblicazioni divulgative, le iniziative per ricordare. Ma non basta. Vorrei umanamente avere la certezza che ciò che si sa, che si scopre, che si vede nei filmati, che si legge nei libri, si risolve in un pianto interiore che sia segno e simbolo di un distacco realmente maturato dalla nostra civiltà nei confronti di ciò che ha generato quegli eventi.
Nel breve spazio di queste pagine, come sempre dedicate alla bibliofilia ed all'amore per i libri, vorremmo a nostro modo celebrare la memoria, riproponendo il ricordo di un uomo che sopravvisse ad Auschwitz, il grande tipografo Schulim Vogelmann, stampatore de «La Bibliofilia», e ciò attraverso le parole di Roberto Ridolfi.
Carlo Emilio Gadda - Il Savonarola di Roberto Ridolfi
Brani scelti: GADDA CARLO EMILIO, Il Savonarola di Roberto Ridolfi, in «L'Osservatore Politico Letterario», anno XX, (1974), n. 10, pp. 37-40.
[Questa luminosa recensione fu scritta da Gadda nel 1952 per una presentazione alla radio della Vita di Girolamo Savonarola, che usciva allora per i tipi di Angelo Belardetti nella sua prima edizione. Rimase poi inedita fino alla pubblicazione nella rivista diretta da Giuseppe Longo - sinora l'unica -, che scelse di pubblicarla proprio l'anno dell'uscita della celebre biografia del frate nella sua quarta edizione (Firenze, Sansoni, 1974), accresciuta, ampliata e - per l'A. - definitiva. É un breve, straordinario affresco dell'opera ridolfiana - cui il biografo attese per oltre vent'anni di studi - scritto con quell'impareggiabile chiarezza di concetti ed eleganza di stile che unanimemente va riconosciuta all'ingegnere milanese, il quale, seppur succintamente, ci narra non solo del contenuto, ma anche dell'oggetto libro, in termini che meritano d'esser riportati in una bibliografia: «Due chiari, magnifici volumi, usciti da una stamperia fiorentina: i più nitidi caratteri e l'armoniosa "giustezza" dell'editoria classica, in veste, cioè in carta, da sfidare i secoli».]
Giorgio Manganelli - Lettera al potere
Prologo promozionale alla lettera autopromozionale di Giorgio Manganelli scrittore. A lettori scrittori uditori e untori. L'autore promuove se stesso e, nel delirio autopromozionale, pensa bene di scrivere quattro lettere in una. Così risparmiando in pensieri, parole, opere e omissioni. Tanto - ci dice l'autore in filigrana - il Potere, storicamente, si fa blandire da parole che rimangono sempre e comunque le stesse. Dietro ad ogni potere stanno infatti gli uomini, sempre e comunque gli stessi. Brecht fa dire a Kalle in uno dei dialoghi di Profughi, dove si parla di Passaporti, della parità tra birra e sigari e dell'amore per l'ordine: "[…] dove niente sta al posto giusto, c'è disordine. Dove al posto giusto non c'è niente, lì c'è ordine".
"Manganellate" - Brani scelti: GIORGIO MANGANELLI, Lunario dell'orfano sannita, Milano, Adelphi, 1991, pp. 91-94.
Giorgio Manganelli - Il divorzio e la negazione del proibito
Commemorare significa trovare la scusa buona e pausibile per parlare di qualcosa, ch'è, per noi, un modo come un altro per toglierci qualche sassolino dalle scarpe... E poiché anche di separazioni e divorzi noi si campa, desideriamo commemorare il trentacinquesimo anniversario della promulgazione della Legge n. 898 del 1970, altrimenti nota come Legge sul Divorzio, ripubblicando alcune ironiche e taglienti riflessioni sul tema, uscite dalla penna di Giorgio Manganelli. Il brano che qui di seguito presentiamo è un modo intelligente per parlare di un argomento che a suo tempo divise l'Italia in opposti e stranamente (per alcuni politici d'allora) trasversali estremismi... Se i voti DC fossero stati tutti antidivorzisti, perché sì, allora la Legge non solo non sarebbe mai stata approvata, ma, approvata, sarebbe stata sicuramente abrogata dal referendum che ne seguì. Qualcuno ricorda... Oggi il divorzio è stato metabolizzato dalla Nazione, ma qualcosa si è perso definitivamente: il gusto di fare almeno una cosa nella vita che debba per forza durare per sempre!
"Manganellate" - Brani scelti: GIORGIO MANGANELLI, Lunario dell'orfano sannita, Milano, Adelphi, 1991, p. 175-179.
La giustizia di oggi in una pagina di ieri: Giorgio Manganelli
Viviamo giorni di rinnovate discussioni sopra la riforma del "sistema giustizia". Affidiamo ad un esilarante brano di Giorgio Manganelli ogni nostra residua velleità analitica sulla vexata quaestio.
"Manganellate" - Brani scelti: GIORGIO MANGANELLI, Improvvisi per macchina da scrivere, Milano, Adelphi, 2003, pagg. 23-25.
"Pinocchio in Benedetto Croce" di Giuseppe Cantele
Tra il 1903 e il 1904 Benedetto Croce scrisse i suoi "Saggi critici" su "La letteratura della nuova Italia", cioè quella letteratura fiorita dopo il 1860, vale a dire dopo l'auspicato compimento dell'unità della Nazione. L'opera, pubblicata in cinque volumi da Giuseppe Laterza, conobbe vasta fortuna e non mancò di suscitare ampio ed elevato dibattito.